Riflessioni musicali - la band, la cantina, la webcam
Questi sono tempi incerti, contradditori, difficili ma anche ricchi di opportunità. Non coglierle sarebbe un suicidio. Internet è la più meravigliosa di queste opportunità.
Scusate ma sono considerazioni fondamentali per il ragionamento che voglio fare visto che da qui in avanti descriverò impressioni, ipotesi e sensazioni su uno dei futuri possibili per la musica, ma senza l’ ombra di una certezza.
Ho fatto il musicista per alcuni anni, ma non ho retto alla coda lunga (nicchia troppo di nicchia) e quindi sono passato oltre, non senza lasciare un po’ di mollichine per la strada. Grazie a questo da alcune settimane sono a Bologna a registrare, insomma, non mollo la presa. Ma non è questo il punto...
Quello che mi interessa è cercare di capire quali potrebbero essere le differenze rispetto alla mia precedente esperienza. La coda lunga, oggi, offre concretamente la possibilità di vivere con la musica?
A questa domanda vorrei dare una risposta, certamente né definitiva né completa e nemmeno limitata a questo post; il blog credo si presti perfettamente a questo tipo di riflessioni, spero.
La band, la cantina, la web cam
Quello che avviene nelle cantine oggi non lo so, credo più o meno quello che accadeva negli anni 90; si provava con il gruppo, si preparavano i concerti e si sperava sempre che qualcuno ascoltando il nostro provino ci cambiasse più o meno la vita. Accadeva, molto di rado ma accadeva; certo la vita non ti cambiava ma avevi in mano alcuni strumenti per provarci e comunque te la spassavi alla stragrande. Se non accadeva nulla, come nel 99% dei casi, non accadeva nulla. Restavi in cantina.
Se io oggi avessi ventanni e suonassi in una band, non importa quanto maldestra, avrei un computer connesso in cantina e trasmetterei in streaming con la web cam.
Badate, è banale come affermazione; pensandoci bene mi vengono in mente due esempi concreti e discretamente antitetici tra loro. I Radiohead e i loro webcast; certo sono i Radiohead e bla bla bla… ma sono gli unici veri big a farlo. Secondo esempio, assai più terreno ed alla portata, Matthew Ebel; musicista americano che grazie ai suoi “concerti privati” su ustream, il blog, twitter e facebook sta lavorando.
Lavorando. Questo è il termine magico. Se i Radiohead lo streaming se lo possono abbondantemente permettere lo stesso vale per la scalcinata band di prima. Se lo possono permettere pure loro, e questo è palese. Certo non potranno avere la stessa qualità ma con un investimento modestissimo potranno trasmettere decentemente. Se quindi dal punto di vista dei mezzi tecnologici non è più un (grosso) problema il dramma arriva dopo. Come ci guadagno?
Credo che questo sia un pianeta ancora da scoprire e vada oltre le mie possibilità attuali. Quello che mi interessa e lanciare un sasso. Invitare chi si nutre di musica a provarci sempre e comunque e soprattutto ad usare i mezzi che il web attuale offre. Sono strasicuro che le major oggi siano inutili, non producano buoni contenuti e non abbiano nessuna idea del loro futuro. Le cantine invece sono ancora il cuore e grazie alla rete potrebbero riportare la musica ai fasti che meriterebbe.
Ci tornerò sicuramente ma ditemi che non sto delirando.
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