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Vibrazioni negative 25/11/06

Vi capita mai, quando siete in difficoltà, di non pensarci, di portare la testa altrove: hai mal di denti, non ci vuoi pensare ma ti fa male, ci batte la lingua … ecco, io sono in uno di quei momenti (direi molto meglio di un mal di denti però). Amo intenet come un cristiano (dalle mie parti si dice e si diceva assai prima dei teoconcezionali o comunque si chiamino) e sentirlo pronunciare a mò di frase fatta in ogni contesto mi fa imbestialire!
Ho la forte sensazione che si stia innescando un vortice di alta negatività intorno al nostro caro www.

Premetto che sono “dubitativo” e sospettoso per natura e che ho usato il termine negatività non a caso: la rete non è un mito celeste, è un luogo diverso, con regole proprie e spesso in contrasto con le regole scritte. L’ aspetto mitico della rete, il suo offrirsi a qualsiasi causa, vinta o persa in partenza, è la sua principale debolezza: l’ accanimento contro la rete, diretto e indiretto, consapevole e inconsapevole, nasce dal fallimento, da una battaglia persa. E il fallire, il perdere, si trascinano dietro vibrazioni negative, repressioni, frustrazioni ed infine puro odio.

Internet è esattamente figlia della bomba atomica, consecutiva e identica nell’ approccio culturale: ci vogliono gli scienziati, che lavorano spinti dalla voglia di conoscenza, ci vogliono molti soldi e poi ci vuole un disegno alla base, sapere a cosa dovrà servire questa cosa… bene, non sò se all’ epoca avessero avuto in mente di offrire alle generazioni future un blog… ne dubito, penso semmai a una qualche collocazione nel campo del controllo/suggestione, un arma più o meno catodica nella quale inserire “direttive” mascherate da contenuti, in pratica la televisione, che è arrivata e in cinque anni ha cambiato il mondo.
In realtà è la televisione che ha distrutto il progetto internet (internet inteso nella concezione scorretta ma comune di comunicazione tra calcolatori da un luogo ad un altro); con la televisione basta inviare un messaggio e non c’ è bisogno di aspettare nessun ritorno (quelli arriveranno poi con gli spot, ma siamo decenni avanti) e all’ epoca arrivare era lo scopo.

La rete delle reti, il progetto (sono anche complottista) arma del futuro fù abbandonato, lasciato ammuffire in qualche vecchio laboratorio. E’ cresciuto quasi spontaneamente, ci ha messo quarant’ anni per arrivare dove siamo (i prime 30 passati in assoluto anonimato), ed è diventato terra di nessuno e casa di tutti, luogo dove giusto e sbagliato hanno libero e pari accesso;

Sssssh, non svegliamo nessuno…

[Sid]
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